Il primato del diritto dell’Unione europea tra giudice comune e Corte costituzionale

Patrizia De Pasquale

Professore ordinario di diritto dell'Unione europea, Università degli Studi di Napoli Federico II - patrizia.depasquale@unina.it

* Il presente contributo costituisce la rielaborazione della presentazione svolta in occasione del convegno “Lo spazio giuridico europeo nel dialogo tra le corti”, tenutosi presso l’Università degli Studi di Palermo l’11 aprile 2025, e raccoglie le numerose suggestioni delle relazioni presentate dagli illustri relatori.

Abstract (ita)

Il dibattito sui rapporti tra ordinamento dell’Unione e ordinamento nazionale è tornato sotto i riflettori a seguito di un orientamento inaugurato dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 181 del 19 novembre 2024, e proseguito poi con altre pronunce. In particolare, la Consulta ha ritenuto accoglibili le questioni di legittimità costituzionale in rapporto a norme del diritto dell’Unione dotate di effetto diretto quando la questione presenti un “tono costituzionale” per il nesso con interessi o principi di tale rilievo. Il presente lavoro mira a dimostrare come il nuovo orientamento del Giudice delle leggi appaia suscettibile di essere accolto favorevolmente, sia perché la tendenza della Corte costituzionale a incrementare il proprio dialogo con la Corte di giustizia – naturalmente nel rispetto dei vincoli posti dalla giurisprudenza di Lussemburgo – e il correlato utilizzo del rinvio pregiudiziale contribuiscono a garantire e a rafforzare la primauté del diritto dell’Unione e la tutela dei diritti dei singoli; sia perché le recenti pronunce non segnano un’inversione di prospettiva del giudice italiano rispetto alla soluzione delle tensioni tra l’ordinamento nazionale e quello UE, mostrando, al contrario, un’apertura verso la composizione del conflitto tra ordinamenti non chiuso entro i confini dell’ordinamento nazionale.

Abstract (eng)

The debate concerning the relationship between the EU law and national law has returned to the spotlight following a line of reasoning inaugurated by the Italian Constitutional Court in its judgment No. 181/2024 and subsequently reaffirmed in further rulings. In particular, the Court held that questions of constitutional legitimacy may be admissible in relation to provisions of EU law that have direct effect, when such questions display a ‘constitutional tone’ due to their connection with interests or principles of significant constitutional relevance. This study aims to demonstrate that the new approach adopted by the Italian Constitutional Court is worthy of a favourable reception. This is not only because of the Court’s growing tendency to enhance its dialogue with the Court of Justice of the European Union and its increased use of the preliminary reference procedure, which both serve to guarantee and strengthen the primacy of EU law and the protection of individual rights; but also because the recent rulings do not represent a reversal in the Italian court’s approach to resolving tensions between national and EU law.

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